FECONDAZIONE ETEROLOGA IN ITALIA

La Fecondazione Eterologa è una tecnica di procreazione medicalmente assistita (PMA) che consiste nel ricorso a gameti (ovociti, spermatozoi o entrambi) provenienti da donatori esterni alla coppia.

Introdotta per la prima volta negli Stati Uniti nel 1983, la Fecondazione Eterologa si è diffusa anche in Europa, pur scontrandosi con normative molto restrittive: in Germania è tutt’ora vietato il ricorso alla PMA eterologa, in Danimarca è consentita solo col ricorso all’egg-sharing, in Italia la legge 40 del 2004 vietava la Fecondazione Eterologa con gli articoli 4, 9 e 12  che sancivano di fatto la possibilità per le coppie infertili di ricorrere solo a tecniche di fecondazione assistita omologa (quindi con gameti appartenenti ai due partners).

Finalmente, il 9 aprile 2014, la Corte Costituzionale, con sentenza 162/2014, ha riconosciuto l’illegittimità costituzionale della legge 40, deliberando quindi la possibilità di praticare la Fecondazione Eterologa in Italia: per tutte quelle coppie italiane che, fino a quel momento, si erano viste costrette a rivolgersi a strutture estere per poter realizzazione il proprio sogno di diventare genitori si è aperta la grande possibilità di accedere alla procreazione eterologa, unica speranza per molti.

 

Il Centro Clinico San Carlo di Torino è stato uno dei primi in Italia a recepire l’abrogazione della legge 40 e ad attivarsi in tempi rapidi per consentire alle coppie di accedere ad un percorso di fecondazione assistita eterologa, in ottemperanza a quanto stabilito dalle linee guida regionali in materia.

 

Oggi, a distanza di 4 anni, molte sono le coppie che si sono rivolte al nostro Centro per la PMA eterologa e numerose sono le gravidanze in corso ed i bambini nati.

 

FECONDAZIONE ETEROLOGA IN ITALIA: CHI PUO’ ACCEDERE

Le ragioni per cui un numero sempre crescente di coppie intraprende un percorso di fecondazione assistita eterologa possono essere diverse. In particolare:

 

Per la donna:

  • ipogonadismo ipogonadotropo
  • patologie genetiche o familiarità per difetti genetici
  • ridotta riserva ovarica
  • pregressi fallimenti di PMA omologa
  • abortività ripetuta
  • età riproduttiva avanzata
  • fattore iatrogeno di infertilità

 

Per l’uomo:

  • patologie genetiche o familiarità per difetti genetici
  • azoospermia, oligo-asteno-teratozoospermia severa con pregressi fallimenti di PMA omologa
  • disfunzione eiaculatoria incurabile
  • fattore iatrogeno di infertilità

 

In Italia l’accesso alla PMA eterologa è consentito esclusivamente a coppie maggiorenni, eterosessuali, coniugate o stabilmente conviventi.

Secondo quanto riportato nelle linee guida della Regione Piemonte, possono ricorrere alla fecondazione eterologa donne in età potenzialmente fertile: si considera come età ragionevolmente limite quella dei 50 anni, anche e soprattutto in considerazione del maggior rischio di esposizione a complicanze ostetriche.

 

Le tecniche di fecondazione eterologa di primo livello (inseminazione intrauterina ed inseminazione intratubarica con seme di donatore) sono riservate alle coppie in cui la partner femminile presenti almeno una tuba pervia; in mancanza di questa condizione, è obbligato il ricorso a tecniche di secondo livello (fecondazione eterologa in vitro FIVET-ICSI-PICSI con seme di donatore).

 

La fecondazione eterologa di II livello può essere effettuata sia per eterologa maschile (con seme di donatore), sia per eterologa femminile (con ovodonazione), sia per entrambi (eterologa doppia con donazione di liquido seminale ed ovociti).

 

FECONDAZIONE ETEROLOGA IN ITALIA: LA SITUAZIONE DEI DONATORI

In Italia è consentito l’utilizzo di ovociti a fresco o crioconservati provenienti da:

  • donazione spontanea: si tratta in genere di donne molto giovani, senza problemi di infertilità, i cui ovociti presentano un’ottima qualità biologica, che decidono di effettuare una donazione spontanea, altruistica ed anonima dei propri ovociti
  • egg-sharing: si tratta di donne che si sottopongono a cicli di PMA e che decidono di donare gli ovociti sovrannumerari a coppie che si sottoporranno a fecondazione eterologa con ovodonazione
  • donne che hanno crioconservato in passato ovociti sovrannumerari e che decidono, non volendo più utilizzarli, di donarli a favore di coppie che si sottoporranno a fecondazione eterologa femminile. Spesso si tratta di giovani donne che hanno già raggiunto il numero di figli desiderato con la fecondazione assistita.
Ovocita

 

E’ consentito l’uso di liquido seminale crioconservato proveniente da:

  • donazione spontanea: si tratta di uomini senza problemi di infertilità che decidono di effettuare una donazione spontanea, altruistica ed anonima dei propri gameti
  • sperm-sharing: si tratta di uomini che si sottopongono ad un ciclo di PMA e che decidono di donare parte del liquido seminale prodotto a coppie che si sottoporranno a fecondazione eterologa maschile
  • uomini che hanno crioconservato in passato liquido seminale e che decidono, non volendo più utilizzarlo, di donarlo a favore di coppie che si sottoporranno a fecondazione eterologa maschile

    Liquido seminale

Non sono ammessi:

  • donazione di gameti provenienti da un familiare
  • selezione di determinate caratteristiche del nascituro (sesso, colore degli occhi, altezza…)
  • accesso all’identità dei donatori

 

In Italia possono diventare donatori gli uomini di età compresa tra i 18 ed i 40 anni e le donne di età compresa tra i 20 ed i 35 anni che possiedono determinate caratteristiche di idoneità alla donazione di gameti. In particolare:

  • i donatori di gameti finalizzati all’uso per fecondazione eterologa devono essere in grado di intendere e volere, devono godere di buone condizioni di salute psico-fisica e non devono presentare nell’anamnesi elementi che indirizzino verso malattie ereditarie e familiari
  • i donatori devono superare selezioni psicologiche che escludano la presenza di componenti emotive che potrebbero condizionare la donazione
  • sono esclusi dalla donazione di gameti uomini e donne legate al centro di fecondazione assistita da legami professionali o di altra natura
  • sono esclusi dalla donazione di gameti uomini e donne che svolgono attività professionali a rischio per esposizione a radiazioni o sostanze chimiche che possono comportare tossicità riproduttiva
  • sono esclusi dalla donazione di gameti uomini e donne che abbiano effettuato e concluso trattamenti chemioterapici o radioterapici da meno di due anni
  • i donatori devono essere sottoposti ad approfonditi test di screening:

-donatori di liquido seminale: spermiogramma e spermiocoltura completa con ricerca di micoplasma, ureaplasma, clamidia e gonococco

-donatrici di ovociti: tampone vaginale completo con ricerca di micoplasma, ureaplasma, clamidia e gonococco, pap-test, ecografia mammaria

-test genetici (es. cariotipo, fibrosi cistica, elettroforesi Hb)

-valutazione clinica

-analisi di laboratorio: test infettivologici (HIV, HCV, HBV, TPHA-VDRL, citomegalovirus, e HTLV solo per donatori provenienti da particolari aree geografiche), analisi chimico-cliniche di base (emocromo, glicemia, creatinina, colesterolo, trigliceridi, transaminasi, G6PDH), gruppo sanguigno e fattore Rh

 

In Italia è pratica molto comune, spesso obbligatoria, l’instaurarsi di una collaborazione con banche di gameti estere (per lo più europee) per via della carenza di donatori sul territorio italiano: ciò è dovuto in primo luogo al fatto che non è prevista alcuna remunerazione per le donazioni di gameti, e secondariamente all’assenza quasi totale di informazione in materia.

 

Si spera, per un futuro non troppo lontano, che un numero maggiore di uomini, ma soprattutto di giovani donne, possa essere sensibilizzato su tematiche delicate come quella della fecondazione eterologa e che quindi siano più propensi ad effettuare donazioni spontanee ed altruistiche dei propri gameti.

 

 

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